Dopo essere stato per 25 anni manager in grandi multinazionali, Giuseppe oggi sta costruendo la sua carriera come coach e consulente aziendale freelance.
“Nel 2020 sono uscito da una grande azienda del food: è stata una sensazione di libertà fortissima. Ero pieno di energie e mi sono subito chiesto: e adesso?”, spiega Beppe.
Pochi mesi dopo entra in gioco Zwap: “la mia prima videochiamata è stata con un digital product manager di Torino. Ricordo che ero un po’ perplesso prima di iniziare la call, visto il suo background completamente diverso dal mio e la mia scarsa conoscenza dei temi tecnologici. In realtà, tutto è andato per il meglio”, racconta Beppe accennando a una delle paure che blocca molti Zwapper: il gap professionale.
Da manager a consulente freelance
L’importante è arrivare a ogni incontro con il massimo dell’apertura mentale, della voglia di ascoltare e della curiosità intellettuale. Non credo sia sano fare networking con l’ansia di vendere i propri prodotti o servizi ed è un errore che su Zwap non ho mai riscontrato”, spiega Beppe, che considera la piattaforma non solo una “fonte di ispirazione distrazione e routine positiva”, ma anche “un bell’esercizio di diversity”.
Su Zwap infatti “conosco persone mediamente più giovani di me con vite e professioni molto interessanti e diverse dalla mia, e questo mi dà un sacco di energia, mi aiuta a creare connessioni e fare contaminazione”. Con loro, Beppe si diverte a perfezionare le sue competenze da coach e a ricevere insight su come il mondo del lavoro viene vissuto dalle nuove generazioni. “E poi cerco soprattutto di mettermi a disposizione”, aggiunge. Dopo anni di esperienza, “ora ho voglia di restituire quello che ho imparato”.
Per farlo, Beppe ha inserito Zwap nella sua routine quotidiana.
Quando fare networking su Zwap diventa routine
Lo fisso alle 9:00 del mattino, è un modo nuovo di iniziare la giornata. Sto cercando di fare del networking una bella abitudine, come fare colazione o andare a correre”, confessa Giuseppe.
“Gran parte degli incontri mi hanno lasciato qualcosa: a volte un libro da leggere, una nuova idea su cui lavorare, una prospettiva diversa al coaching”, riassume. “La cosa migliore, però, è stata un’offerta di lavoro che, in quel momento, non ho potuto accettare. Infatti, sono stato contattato da una persona che avevo incontrato su Zwap per verificare se fossi interessato a fare il Direttore Generale nella sua azienda familiare. Ho declinato, ma siamo rimasti in buonissimi rapporti”, racconta.
“Tramite Zwap ho scoperto che i rapporti con le persone che non si conoscono spesso si rivelano estremamente proficui e che c’è un sacco di gente disposta ad aiutarti”, conclude Beppe. “Ho capito che il networking è tutto. Le opportunità arrivano solo parlando con le persone, facendosi conoscere. E spingermi fuori dalla mia zona di comfort è proprio ciò di cui ho bisogno ora che sto iniziando una nuova vita professionale”.