Fino a poco più di due anni fa, per molte persone esistevano solo due tipi di viaggi: i viaggi di lavoro e quelli di piacere. Grazie al lavoro da remoto, oggi combinare questi due mondi non è mai stato così facile.
“Non si tratta di una semplice tendenza, ma di un fenomeno che è destinato a durare”, spiega Chris Lehane, responsabile della comunicazione di Airbnb, parlando delle workation, un nuovo modo di viaggiare che nasce dall’unione tra vacanza e lavoro da remoto.
“Poter comunicare e lavorare su Zoom è il tipo di tecnologia che ha trasformato il modo in cui viaggiamo, forse anche più di quanto non abbiano fatto la diffusione dei treni o dei voli commerciali”, aggiunge Lehane. Ma che modo questo fenomeno sta cambiando il settore del turismo e la nostra idea di vacanza?
3 modi in cui le workation stanno cambiando il turismo
Secondo l’ultimo report realizzato da Deloitte sulle principali tendenze che stanno cambiando il settore del turismo, il lavoro da remoto e le cosiddette workation stanno modificando profondamente il modo in cui lavoriamo e viaggiamo. Ecco qualche esempio:
1 - Chi lavora da remoto viaggerà sempre di più
Stando ai dati raccolti da Deloitte, chi è a favore delle workation viaggerà il doppio di chi invece preferisce le vacanze più tradizionali: mentre i primi faranno dai due ai quattro viaggi l’anno, la media dei secondi si ferma a due vacanze l’anno.
La maggior parte di chi lavora in viaggio tenderà anche ad allungare i propri soggiorni: il 38% lo farà di qualche giorno (dai tre ai sei), mentre il 6% lo farà anche di qualche settimana.
2 - I viaggi di lavoro saranno sempre meno noiosi
“I viaggi di lavoro duri e puri continueranno ad esistere, ma anche questo concetto è in evoluzione”, avverte l’agenzia statunitense Bloomberg, che per segnare questo cambiamento usa un altro neologismo: bleisure, dall’unione tra business e leisure.
Secondo Evan Konwiser, vicepresidente esecutivo di American Express Global Business Travel, molte aziende si stanno rendendo conto che gran parte della loro cultura aziendale si basava sullo stare insieme in ufficio e stanno cercando di ricreare la stessa esperienza organizzando viaggi aziendali, di lavoro e non, sempre più divertenti e sofisticati.
“Sono più che sicuro che molti viaggi in destinazioni selvagge e un po’ pazze diventeranno all’ordine del giorno”, conclude Konwiser.

3 - Gli hotel si adatteranno al lavoro da remoto
Nonostante, infatti, l’ideale per chi lavora da remoto sia affittare piccoli appartamenti per brevi periodi, anche gli hotel si stanno attrezzando per:
- Individuare spazi tranquilli e confortevoli in cui le persone possano lavorare, come lounge o salottini;
- Fornire accesso a una rete Wi-Fi veloce e potente;
- Aggiungere ai menù pasti sani e veloci;
- Costruire palestre e dare la possibilità di affittare attrezzi per allenarsi;
- Offrire un’ampia gamma di attività diverse come visite guidate o gite personalizzate.
Workation: ecco i possibili svantaggi di questa scelta
Come tutti i cambiamenti, anche la diffusione di un nuovo modo di viaggiare porterà con sé qualche svantaggio. A farne le spese però non saranno solo i nuovi viaggiatori, ma anche le persone che lavorano nel settore del turismo o che vivono in destinazioni che sono consigliate per viaggiare e lavorare allo stesso tempo.
1 - Aumento degli affitti nelle destinazioni più richieste
Da un lato, infatti, l’aumento della domanda da parte di chi lavora da remoto di appartamenti dove rimanere per brevi periodi di tempo farà aumentare i prezzi degli affitti in numerose città sia in Europa che all’estero, rendendo la vita sempre più difficile e costosa per i residenti.
2 - Mancanza di staff nel settore del turismo
Inoltre, il ritorno della domanda turistica a livelli pre-pandemia si scontra con la mancanza di personale: dai piloti alle hostess, passando per lo staff dei grandi alberghi, molti ruoli sono ancora scoperti a causa dei tagli al personale effettuati negli ultimi due anni.
3 - Niente può sostituire una buona vacanza
Secondo molti esperti ed esperte, le workcation sono un ottimo esempio di integrazione tra vita privata e professionale, dato che non generano un’opposizione netta tra lavoro e divertimento.
“Se decidi di lavorare mentre sei in una baita in montagna per una settimana scegli tu quando, dove e quando staccare da lavoro per dedicarti a ciò che ti circonda”, spiega la professoressa Martha Maznevski alla BBC.
Allo stesso tempo però, le workcation non sostituiscono e non sostituiranno mai completamente le vacanze. Eliminare le vacanze e il potere rigenerante del riposo dalle nostre vite è la via più veloce per “aumentare lo stress e il rischio di burnout”, conclude l’esperta.