“Gestisco da sola la mia attività. Ho costruito da sola una rete di clienti incredibilmente fedeli e stimolanti con cui amo lavorare”, racconta al Guardian Antonia Taylor, PR e Content Strategist. “Ma [negli ultimi tempi] ho messo in fila una serie di eventi della mia vita professionale molto simili tra loro”, aggiunge.
“Un potenziale cliente che ho incontrato poco tempo fa mi ha detto che la mia foto profilo su Twitter era un sette, ma che di persona mi ‘meritavo’ un otto”, confessa Taylor.
“Un altro era sorpreso dalla mia linea dopo aver saputo che avevo due bambini di 9 e 7 anni. Un altro si è complimentato per la bellezza delle mie gambe durante una festa di Natale”, aggiunge Taylor. La lista potrebbe andare avanti a lungo: i commenti sessisti sul lavoro e altri comportamenti umilianti, purtroppo, non risparmiano neanche le freelance.
Ma come reagire davanti al sessismo ordinario quando non c’è il dipartimento di Risorse Umane o altre colleghe a venirti in aiuto?
Che cos’è il sessismo ordinario?
Il primo passo per reagire efficacemente al sessismo ordinario è imparare a conoscerlo. Commenti sgradevoli, battute a sfondo sessuale, interruzioni costanti durante le riunioni, insinuazioni che mettono in discussione le tue capacità professionali sono tutti esempi di sessismo che possiamo definire ‘ordinario’ proprio perché a volte sono talmente comuni e diffusi da far parte della quotidianità lavorativa (e non) di moltissime donne.
Le sue conseguenze, però, hanno ben poco di ‘ordinario’: questo tipo di comportamenti o situazioni portano a perdere autostima e a sviluppare stati ansiosi o depressivi. Lo dimostrano le esperienze raccolte da Everyday sexism, la piattaforma lanciata da Laura Bates che dal 2012 raccoglie i racconti di migliaia di donne e degli episodi di sessismo che hanno vissuto.
“Condividendo la tua storia dimostri al mondo che il sessismo esiste, che le donne lo subiscono ogni giorno e che è un problema di cui parlare”, scrive Bates sul sito.
Sessismo ordinario & vita da freelance
“Immagina di poter stabilire il tuo stipendio e i tuoi orari, essere assunta in base alle tue competenze e non essere considerata per le promozioni perché c’è il ‘rischio’ che tu sia incinta […]: questa è la vita da freelance per le donne”, spiega Carolyne Njeri sul blog di Ureed, una piattaforma che mette in contatto aziende e freelance. Ed è vero: il lavoro autonomo offre una serie di benefici per cui le dipendenti in azienda devono spesso lottare con le unghie e con i denti.
Ma come ricorda il Financial Times, non è mai tutto rose, fiori e partita IVA: il divario di genere negli stipendi esiste anche nel mondo delle freelance, così come gli episodi di molestie e discriminazione.
“Ma come posso reagire? Rispondo a tono ai commenti sul mio aspetto fisico sapendo che potrei perdere un cliente?”, si chiede Taylor nel suo articolo. Gran parte del successo di chi lavora in proprio risiede non solo nella capacità di costruire relazioni, ma anche in quella di sapere dove tracciare i propri limiti. E a volte i limiti non sono solo questione di orari e tariffe, ma anche di etica e professionalità.
3 consigli per affrontare situazioni lavorative sgradevoli quando si è freelance
Per non trovarsi più in difficoltà davanti a episodi di sessismo ordinario, Taylor ha chiesto ad altre freelance di condividere le loro esperienze. Ecco i loro suggerimenti:
1. Chiedi una seconda opinione
Sai che c’è qualcosa che non va nei messaggi di un potenziale cliente, ma non sai esattamente cosa? “Chiedi ad altre professioniste – freelance o dipendenti – di darti una mano”, suggerisce Taylor. “La vita da freelance può essere abbastanza solitaria e può portarti a mettere in discussione la tua capacità di giudizio”, ricorda la PR. Un’opinione esterna è una risorsa da non sottovalutare mai, specialmente se viene da una persona con un background simile al tuo.
2. Rispondi con sicurezza
“Arrabbiarsi o rispondere in maniera aggressiva non funziona”, spiega Sandrine Meyfret, coach e general manager di Alomey, società di consulenza in ambito management e leadership. “Cerca invece di rispondere in maniera neutra e professionale, mettendo in discussione la serietà dei commenti che ti vengono fatti”, aggiunge.
In altri casi l’arma più efficace può essere invece l’ironia. “L’ironia mette le persone davanti a uno specchio e le obbliga a essere consapevoli del proprio comportamento sessista e di quanto sia ridicolo e inappropriato”, spiega Cristina Lunghi, presidente di un’altra società di consulenza chiamata Arborus.
3. Porgi i tuoi più cordiali saluti
Troppo sorpresa o indignata per giocare la carta dell’ironia? Non preoccuparti: alcuni clienti è comunque meglio perderli che trovarli. “Non vorrei mai costruire una relazione professionale con qualcuno che mi giudica in base al mio aspetto”, racconta Taylor, che in molte occasioni ammette di non aver trovato la forza per rispondere a tono. In questi casi, il senso di colpa non serve a nulla: è molto più utile, come dice una certa canzone, imparare a fare “con le mani ciao ciao”.