Hai già la partita IVA o stai pensando di aprirne una e la gestione delle tasse è accompagnata da palpitazioni, sudori freddi e attacchi di ansia?
Non preoccuparti è tutto normale! In questo articolo ti spiegheremo in modo chiaro e pratico tutto ciò che devi sapere.
Forse i sudori freddi li avrai ancora, ma almeno saprai con certezza a cosa sono dovuti.
Partita IVA 2023: il regime più adatto per te
Il regime fiscale più adatto per le persone agli inizi della propria attività che vogliono aprire la partita IVA è il regime forfettario (o flat tax). Infatti, permette di risparmiare sulle tasse e avere molte semplificazioni.
Questo perché il limite di incasso per accedere al regime è di 85.000 euro all'anno, cifra che spesso chi ha appena iniziato a lavorare in autonomia non raggiunge.
Benefici del regime forfettario
Se hai una partita IVA forfettaria nel 2023 ecco cosa ti serve sapere. Si tratta di un regime agevolato che prevede una tassazione ridotta così:
- Aliquota del 5% per i primi 5 anni;
- Aliquota del 15% per gli anni successivi.
Inoltre, le persone che lavorano in regime forfettario non applicano l'IVA.
Come calcolare la tassazione nel forfettario
Nel regime forfettario la tassazione corrisponde al 5% e viene calcolata solo su una percentuale dei guadagni annuali. Questa percentuale è stabilita dalla legge e varia in base al tipo di attività e al proprio codice ATECO. Il codice ATECO è quel codice che identifica il tipo di attività svolta.
Dopo 5 anni l’aliquota passa al 15% ma resta uguale la percentuale su cui viene calcolata e tutti i vantaggi del regime fiscale.
Regime ordinario: differenze con il forfettario
Il regime ordinario prevede maggiori adempimenti e oneri dal punto di vista fiscale, essendo infatti obbligatorio per chi guadagna più di €85.000.
Sono previste 4 differenti aliquote che variano a seconda delle fasce di reddito.
- Reddito imponibile fino a 15.000,00 euro: aliquota 23%
- Reddito imponibile da 15.001,00 fino a 28.000,00 euro: aliquota 25%
- Reddito imponibile da 28.001 fino a 50.000 euro: aliquota 35%
- Reddito imponibile oltre 50.001 euro: aliquota 43%
Tuttavia all’interno del regime ordinario ti sarà riconosciuto il diritto di dedurre tutta una serie di spese legate all’esercizio della tua attività cosa che non è possibile nel regime forfettario.
Questo va tenuto presente se per il tuo lavoro hai tante spese da dedurre o detrarre.
Scadenze fiscali partita IVA: cosa sono e quando sono
Le scadenze fiscali sono le date in cui ogni anno vanno pagate le tasse. È importante saperle per non incorrere in sanzioni per il mancato versamento.
Per il 2023 le date sono:
- 30 giugno, dove vengono versati il saldo e il primo acconto
- 30 novembre, dove viene versato il secondo acconto
Se queste date cadono in un festivo, la scadenza viene prorogata al primo giorno feriale.
Cosa si paga il primo anno di attività?
Il primo anno di apertura della partita IVA non si paga nulla.
Le tasse previste per il 2022 saranno pagate come saldo l’anno successivo. Questo vale anche per i contributi: i contributi INPS il primo anno di partita IVA non si pagano.
Quindi supponendo che tu abbia aperto partita IVA nel 2023, inizierai a pagare le tasse nel 2024 (con riferimento al 2023.
Saldo e acconto: cosa sono?
Ma cosa sono saldo e acconto?
L'acconto è l'anticipo sulle tasse che pagherai l'anno prossimo con riferimento all'anno in corso.
Ad esempio, se siamo nel 2023 a giugno pagherai il saldo del 2022 e il primo acconto per il 2023 mentre a novembre pagherai il secondo acconto relativo al 2023.
Il saldo invece sono le tasse che vengono versate che si riferiscono all’anno precedente.
Questi importi si calcolano basandosi sulla dichiarazione dei redditi. In pratica, fatta la dichiarazione dei redditi dell’anno 2023, il contribuente deve pagare le tasse sul 2022 ma anche gli acconti sul 2023.
E i contributi INPS?
I freelance non iscritti ad albo e senza una cassa previdenziale privata di riferimento devono iscriversi alla gestione separata INPS.
La percentuale di contributi da pagare è del 26,23%. In regime forfettario si calcola sull’imponibile netto che si ottiene moltiplicando ciò che hai incassato per il coefficiente di redditività.
In regime ordinario si calcola sui ricavi al netto delle spese effettIVAmente sostenute per l’attività
La gestione separata INPS non prevede contributi minimi da pagare: si versa in proporzione ai propri ricavi.
Affidati sempre a un professionista
Se hai letto con attenzione questo articolo, ora dovrebbero esserti più familiari alcuni concetti fiscali. Almeno le basi, dai.
Tuttavia, come avrai intuito, gestire una partita IVA non è semplice: per non incorrere in brutte sorprese, noi consigliamo sempre di affidarsi a persone professioniste che sapranno guidarti e consigliarti al meglio.
Chi fa da sé fa per tre, a meno che non abbia partita IVA.
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