Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di nomadismo digitale e molti zwappers lo sono o sognano di diventarlo.
Ma cosa c’è dietro le foto con le noci di cocco e post in piscina con il pc?
Lo abbiamo chiesto a Christian Cannata, nomade digitale della community di Zwap, che ci ha raccontato com’è nei fatti fare questa scelta di vita.
Nomade digitale, ok: cosa significa a livello pratico?
Christian ci ha raccontato che a livello pratico essere nomade digitale significa avere la possibilità di vivere quanto, quando e dove vogliamo portandosi dietro il lavoro, lavorando quindi da remoto per clienti o aziende che si trovano in chissà quale parte del mondo.
«Mentre fino ad oggi era obbligatorio lavorare in presenza, quindi dover adattare la propria vita in base all’azienda dove lavoravamo, con il lavoro da remoto è possibile lavorare da dove vogliamo, non necessariamente da casa.» osserva Christian.
Nomadi digitali si diventa, non si nasce
Diventare nomade digitale non è per tutti, bisogna per prima cosa avere il viaggio come passione, non visto come vacanza ma come esperienza di vita, ci racconta Christian Cannata.
Come seconda attitudine bisogna avere costanza e serietà nel poter lavorare in autonomia o portare avanti attività senza avere fisicamente accanto figure di supporto.
Secondo Christian bisogna essere coscienti del fatto che si è pagati per il lavoro che si svolge, è necessario quindi stare attenti a scadenze, organizzarsi per le riunioni, magari anche in fusi orari scomodi se si vuole vivere in posti molto lontani da dove si trova la sede nei nostri clienti.
«Nel mio caso ho lavorato per molti anni in aziende interessanti e conosciute nel panorama italiano, ma dentro di me con il tempo ho poi covato e riscoperto la voglia di viaggiare. Con la professione che svolgo sono molto propenso e adatto per lavorare da remoto, così ho preso la palla al balzo e con il caro vita che stava avanzando sempre di più decisi di dare uno strappo alla mia vecchia vita per dedicarmi a scoprire il mondo e lavorare da remoto dai posti esotici che ho sempre sognato.
Una palma, una spiaggia, un computer.»
Pro e contro: la checklist di Christian
Abbiamo chiesto a Christian Cannata di stilare per noi la lista dei suoi “pros and cons” rispetto alla sua scelta di vita. Non sai se fa per te? Fai un bilancio in base ai suoi consigli!
I pro: una vita al top!
- Poter decidere il dove, il quanto e il quando spostarsi
- Aumentare il proprio network con persone conosciute nei vari viaggi
- Possibilità di imparare nuove lingue e metterle in pratica ogni giorno
- Possibilità di scoprire nuove culture, vivere come se fossi un locale
- Praticare nuovi sport
- Poter fare esperienze uniche senza aspettare il viaggio dell’anno in ferie
- Risparmiare e investire più soldi traendo vantaggi dai cambi valuta
I contro: non è tutto oro ciò che luccica
- Adattarsi agli usi e costumi locali, valute, religioni, lingue parlate
- Adattarsi ai limiti del proprio visto di permanenza del paese
- I rapporti di amicizia durano poco, poi ognuno spesso va per la sua strada
- Spostarsi spesso comporta maggiore stress con il trasporto dei bagagli
- Mantenere costanza e serietà nel lavoro non è sempre facile, ci vuole volontà
- Dover cambiare SIM card ogni paese che si visita
- Avere a che fare con climi diversi da quelli abituali e a malattie endemiche
Zwap: l’arma segreta per i nomadi digitali
«Ho conosciuto Zwap tramite LinkedIn, mi ha incuriosito il concetto di community online per professionisti del digital e così mi sono iscritto.
Ho riconosciuto in Zwap il valore della possibilità di incontrare in un’unica piattaforma altri professionisti digitali, startuppers, possibili clienti per la mia attività da freelancing.
Credo che nella vita di un freelance il networking e le communities siano un ottimo modo sia per crescere ma anche per lavorare trovando nuovi clienti.»
Secondo Christian Zwap è uno strumento molto utile per chi vive da nomade digitale. Infatti spesso si viaggia in solitaria oppure con persone che non sono della nostra stessa nazione.
«Penso sia un modo utile per rimanere vicini professionalmente al panorama di casa, sfruttando il potere del networking pur viaggiando nel mondo.»
E poi, cosa c’è di più entusiasmante di offrire le nostre competenze e le nostre conoscenze anche a 10.000 chilometri di distanza?